UN'ESTATE DA CARPIONI - IL "CARPIONATO DEL MONDO" NEI LOCALI DEL PIEMONTE

Dopo la festa dei “Bagnacaudisti” è la volta dei “Carpionisti”. L’iniziativa è ancora una volta dell’associazione Astigiani, che dopo il successo del Bagna Cauda Day lancia ora un nuovo evento legato a un piatto "povero", ma estivo, della tradizione piemontese: il Carpionato del Mondo. 

Protagonista – ça va sans dire - il carpione, la sfiziosa marinatura con aglio, aceto, vino, cipolle e salvia nel cui “bagnetto” si fanno riposare - almeno per una notte prima di gustarli, rigorosamente freddi - ortaggi, uova, carni o pesci, prima fritti o bolliti. Un piatto della tradizione contadina, ecologico e a basso impatto ambientale, al centro di un torneo mangereccio che si giocherà tutta l’estate, dal 23 giugno al 23 settembre, in 60 tra ristoranti, trattorie e agriturismo piemontesi.

Le regole sono semplici e il requisito per partecipare è uno solo: l'appetito. Il "terreno di gioco" saranno le tavole dei locali coinvolti, dove i “carpionisti” per 12 settimane si sfideranno assaggiando il maggior numero di carpioni possibile, nelle varie ricette proposte dalle diverse cucine, cercando di aggiudicarsi i succulenti premi in palio e soprattutto l’ambito inserimento nell’albo d’oro del Carpionato del mondo con la celebre musica di sottofondo rivisitata We are the carpions.

Novità: venerdì 21 luglio il Carpionato del mondo ospiterà il Consorzio della Piadina Romagnola Igp a cui andranno gli utili della manifestazione piemontese. Il ricavato andrà infatti al Consorzio della Piadina Romagnola Igp, che ha sede a Rimini, per destinarli ad aziende cerealicole colpite dalla recente alluvione. L’incontro tra carpione piemontese e Piadina Romagnola Igp avverrà non poteva che essere da Gina la Piadina, la piadineria di via Gobetti, nel cuore di Asti, che con il suo patron Roberto Cairo, partecipa al Carpionato del mondo ed è l’ideale punto di incontro tra i due mondi piemontese e romagnolo. Dalle ore 19 ci sarà la possibilità di degustare la Piadina Romagnola Igp abbinata al carpione piemontese preparato con la supervisione di nonna Anna, sapiente cuoca con “libera docenza” in carpionature. Li accompagnerà un fresco bicchiere de La Monella, la barbera frizzante del Monferrato di Casa Braida, il vino più “romagnolo” dell’azienda di Rocchetta Tanaro. Sarà anche il momento per fare il punto sul Carpionato del mondo, ad un mese dall’inizio dell’evento, vissuto con crescente interesse dai carpionisti, che si stanno impegnando nel gioco dei timbri in vigore per tutta l’estate.

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Vi siete incuriositi (e soprattutto ingolositi)? Nell’ultima parte dell’articolo vi racconto tutto quello che c’è da sapere per partecipare, prima però scopriamo qualcosa in più sulle origini di questo piatto e sulle sue interpretazioni alle diverse latitudini.

Sembra infatti che la nascita del carpione risalga al Medioevo – anche se ce ne sono tracce già tra i Romani – dalla necessità di conservare gli alimenti quando ancora i frigoriferi erano di là da venire. Una precisazione etimologica è necessaria per motivare la diffusione di questa preparazione, che il Carpionato del mondo vuole rilanciare assieme all’uso dell’agro, delle marinature e del classico aceto di vino piemontese. Lo storico Franco Cardini pone all’origine il termine castigliano “escabeche”, a sua volta proveniente dal persiano “sikbaj”.

A quanto pare la tradizione culinaria araba non ha recepito questo termine, mentre grande fortuna ha avuto negli idiomi della penisola iberica (escabeche) e italica (scapece). A questi paesi, e a quelli sotto l’influenza spagnola e portoghese, dobbiamo guardare per rintracciare i piatti “in agro”, il cui comune denominatore, a parte l’aceto e i variabili aromi aggiunti (aglio, cipolla, salvia, rosmarino, mentuccia, zafferano) è la frittura dell’alimento base.

Fatto il dovuto inquadramento storico ed etimologico, veniamo al presente. Oggi, in Italia, come si cucina il carpione? Beh, qui, come sempre vale la regola "regione che vai, usanze che trovi". In Liguria per esempio c’è lo scabeccio, con piccoli pesci come le acciughe, mentre al Centro-Sud predomina la scapece, da quella molisana (a base di pezzi di pesce) a quella gallipolina, particolare per l’uso del pangrattato e dello zafferano, passando per quella di zucchine della Campania, mentre la scapece trapanese è fatta con le parti meno pregiate del tonno. In Sardegna si mangia il pisci a scabecciu, mentre a Orbetello lo scaveccio prevede l’anguilla a tranci. In Piemonte e in Veneto le parole cambiano: da un lato il carpione, dall’altro il saor, buono per marinare le sarde, ma anche alcuni ortaggi.

Allargando lo sguardo oltreconfine, nella cucina spagnola e portoghese è abituale trovare piatti escabechados: cozze, sardine, tonno, baccalà fino ad alcune carni bianche, come il pollo e le quaglie. Anche la Francia ne è toccata, con le provenzali sardine (o sgombri) en escabeche. Gli escabeche sono diffusissimi in Centro e Sud America: Argentina e Bolivia (con le carni), Perù, Cuba, Giamaica (con il pesce), Cile (con la cipolla fresca).

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COME FUNZIONA IL CARPIONATO

Ora veniamo alle regole del gioco. Come detto una selezione di ristoranti, trattorie e agriturismi del Piemonte si impegnerà inserire in carta per tutta l’estate 2023 un piatto di carpione proposto a prezzo libero e dichiarato, al quale si potranno aggiungere altre stuzzicherie come tipo antipastini, dolce, caffè, eccetera per personalizzare l’offerta, proprio come avviene per il Bagna Cauda Day. Ogni locale ha fornito la ricetta e gli ingredienti dettagliati del proprio carpione (uova, carni, pesce, verdure, ecc…) che in questi giorni vengono pubblicati sul sito dell’evento www.carpionatodelmondo.it  assieme all’elenco di tutti i locali con la loro descrizione, indirizzo e contatti per prenotare. Ogni locale avrà anche una scheda dove raccontare la sua ricetta del carpione e riceverà da Astigiani il libretto-lasciapassare da regalare ai carpionisti. Questo opuscoletto conterrà il racconto del contesto storico del carpione nel mondo, corredato da interventi e citazioni letterarie. I partecipanti potranno quindi leggere la storia affascinante di questo appetitoso piatto. Nelle due pagine centrali ci sarà lo spazio dove mettere i timbri identificativi del locale che certificano il passaggio del carpionista dal locale.

Al termine del Carpionato chi avrà raccolto tra i carpionisti più bolli di locali diversi (5- 10- 15) e lo presenterà o ne manderà la foto ad Astigiani riceverà una dotazione di prodotti o servizi, tramite gli alleati dell’evento: in palio decine di cene e altri premi gustosissimi per chi avrà raggiunto i dieci timbri, mentre chi arriverà a ottenere 15 timbri entrerà nel prestigioso Albo d’Oro.

Maggiori informazioni sul sito, telefonando ai numeri 324/56.54.070, 333/81.80.109 oppure scrivendo a info@astigiani.it.

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