WINE STORIES - SULLE STRADE ALTE DELL'ALBUGNANO DOC (DOVE IL CANTO DELLA TERRA INCONTRA IL CIELO)

DSC_1549JPGSe il vino è il canto della terra verso il cielo, come diceva il grande Luigi Veronelli, percorrendo i pendii assolati che tratteggiano quest’angolo di Piemonte conosciuto come il Balcone del Monferrato è facile capire cosa intendesse. Qui, dal belvedere lungo la Strada dei Santi e dei Vini, tra Castelnuovo Don Bosco e Albugnano, è impossibile non restare incantanti dalla magnificenza del paesaggio che ti avvolge e cambia, come uno stato d'animo, colorandosi di ora in ora di nuove sfumature e riflessi, a seconda della posizione del Sole.

Dai 549 metri di quota del crinale che porta al centro della piccola Albugnano lo sguardo si perde tra le verdi vallate del Monferrato Astigiano, scorgendo in lontananza la collina torinese con la Basilica di Superga e l’arco alpino dominato dal Monviso. Un paesaggio i cui i filari di viti, in questo periodo dell’anno ancora spogli, si alternano a boschi e noccioleti, ma anche a campi di lavanda che nel periodo della fioritura – a inizio estate – riempiono queste vallate di colori e profumi degni della Provenza francese.

E poi c’è il vino, quello dei 14 produttori che nel 2017 si sono riuniti per fondare l’associazione Albugnano 549, le cui vigne si snodano nei quattro piccoli comuni della DOC dove si possono coltivare le sole uve Nebbiolo utilizzate per questo vino, ovvero l’omonima Albugnano, la già citata Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito e Pino D’Asti. Un’area a denominazione oggi estesa su una superficie di 44 ettari vitati, in cui la vinificazione è armonizzata per ottenere vini di massima espressività, puntando su macerazioni più lunghe e lasciando il tempo ai vini di affinare in modo corretto per 18 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia.

Il risultato è un vino fortemente identitario, ambasciatore di una tradizione enologica e culturale importante, capace di esprimere il carattere di un territorio di matrice marnosa posto a un’altitudine media superiore rispetto ad altre denominazioni, valorizzando una vocazione agricola che oggi si esprime attraverso la coscienza ecologica dei produttori, la riduzione dei prodotti chimici in vigna e il miglioramento della qualità in cantina.

In quest’ottica di promozione territoriale, al lavoro dell’associazione, si è affiancato dalla scorsa primavera l’importante ruolo dell’Enoteca Regionale dell’Albugnano, un luogo dove apprezzare le diverse anime dell’Albugnano Doc e degli altri vini a denominazione di origine, ma anche i tanti prodotti agroalimentari, biologici e tipici locali, oltre al patrimonio rurale, culturale e artistico di questa incantevole zona del Piemonte, attraverso l’organizzazione di visite, degustazioni, pic-nic e altre iniziative.

Tra le eccellenze dell'agricoltura collinare vi sono infatti la rinomata Nocciola del Piemonte IGP e i suoi elaborati, i diversi tipi di miele, dai più comuni mieli di ciliegio, di acacia e millefiori per passare ai più ricercati mieli di castagno, di tiglio e di tarassaco, le deliziose confetture e le verdure sottovetro. Per non parlare dei golosi vasetti di frutta sciroppata: dalle ciliegie (sciroppate o sotto spirito) alle pesche delle varietà estive – sia a polpa bianca che gialla – adatte anche per preparare d’inverno il tradizionale dolce a base di pesche e amaretti; e poi le susine, in particolare quelle di Santa Clara o, in qualche caso, i Darmassin (varietà simile ai Ramassin). Senza trascurare le pere, ancor meglio se delle varietà Madernassa o Martin sec, anche aromatizzate al vino Malvasia di Castelnuovo Don Bosco. 

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